Il Vuduo si presta benissimo a fungere da NAS per la rete domestica in quanto ha delle performance della scheda di rete veramente ottime (meglio di ogni altro oggetto che ho gestito finora ed io ne ho visti di oggetti).
A questo punto ho deciso di trasformarlo in server multimediale per la mia casa con l'obiettivo di avere condivisioni in grado di gestire contenuti in HD e facendo condivisioni in modalità SAMBA (pc windows) e NFS (linux).
Per raggiungere questo risultato ho penato un pochino perchè ho avuto grosse difficoltà a far funzionare i dischi USB attaccati al vuduo perchè cambiavano device ogni volta che riaccendevo il server vuduo. Ed a questo punto è nata la mia esperienza che sarà riportata in questa guida che sarà pubblicata a puntate.
Per fare ciò ho deciso di convertire i miei dischi USB da formato NTFS a formato Linux EXT3 anche perchè sul vuduo non è possibile fare scrivere (a quando ho fatto i test io su partizioni NTFS) .
Faccio presente che io sono un bravo smanettone di linux (non un esperto) ma non avevo mai realizzato quando si fosse andati avanti in termini di funzionalità, da cui la decisione di pubblicare questa guida.
Prima Puntata (etichette dei dischi)
In Linux è possibile dare un nome ad una partizione di un disco, ciò è molto utile poichè consente di fare in mode che Linux in fase di accensione della machina assegni sempre lo stesso nome alla risorsa indipendentemente dalla porta USB ove abbiamo collegato il disco esterno.
Infatti con il comando
ls /dev/disk/by-label -lah
poteve vedere voi stessi quali sono le etichette che i vostri dischi connessi in questo momento hanno.
E' possibile dare un nome ad una partizione Linux in fase di creazione con il comando
mkfs.ext3 -L (nome disco) (dispositivo disco) ad esempio
mkfs.ext3 -L SWAPFILE /dev/sdb1 crea una partizione ext3 che ha il nome swapfile. Attenti che questo comando cancella i dati
Se avete un partizione già esistente potete usare il comando e2label
e2label (dispositivo) (nome)
e2label /dev/sdb1 pippo assegna il nome pippo alla partizione /dev/sdb1
Attenzione mentre scrivo il comando e2label non esiste un vuduo con immagine BH.
Nel mio caso ho attaccato i dischi ad una macchina linux standard ed ho assegnato il nome che volevo.
Seconda puntata (automount e /etc/fstab)
Se avete messo i nomi alla vostre partizioni linux potete beneficiare del tool di automount che con gli opportuni parametri farà in modo che un disco USB sia visibile in linux sempre nella stessa directory a prescindere dalla porta ove avete connesso il disco.
Per spiegarvi come si fa vi mostro il mio esempio cioè il contenuto del mio file /etc/fstab
# per conoscere i nomi di label dei dischi fare
# ls /dev/disk/by-label -lah
#
rootfs / auto defaults 1 1
proc /proc proc defaults 0 0
devpts /dev/pts devpts mode=0620,gid=5 0 0
usbdevfs /proc/bus/usb usbfs defaults 0 0
/dev/mtdblock2 /boot jffs2 ro 0 0
tmpfs /var tmpfs defaults 0 0
tmpfs /tmp tmpfs defaults 0 0
tmpfs /dev/shm tmpfs mode=0777 0 0
/dev/sda1 /media/hdd auto defaults 0 0
/dev/disk/by-label//SWAPDISK /media/usb auto defaults 0 0
/dev/disk/by-label//DISCOSCAMBIO /media/usb2 auto defaults 0 0
Da questo esempio vedete che il disco che si chiama SWAPDISK viene sempre abbinato alla cartella /media/usb, mentre il disco DISCOSCAMBIO viene sempre abbinato alla cartella /media/usb2.
Attenzione che le cartella in cui vengono montati i dischi devono essere già create a mano con i giusti permessi di scrittura.
Faccio presente che è possibile ottenere questo risultato anche senza usare i nomi dei dischi ma che è molto più complicato.
Continua......
A questo punto ho deciso di trasformarlo in server multimediale per la mia casa con l'obiettivo di avere condivisioni in grado di gestire contenuti in HD e facendo condivisioni in modalità SAMBA (pc windows) e NFS (linux).
Per raggiungere questo risultato ho penato un pochino perchè ho avuto grosse difficoltà a far funzionare i dischi USB attaccati al vuduo perchè cambiavano device ogni volta che riaccendevo il server vuduo. Ed a questo punto è nata la mia esperienza che sarà riportata in questa guida che sarà pubblicata a puntate.
Per fare ciò ho deciso di convertire i miei dischi USB da formato NTFS a formato Linux EXT3 anche perchè sul vuduo non è possibile fare scrivere (a quando ho fatto i test io su partizioni NTFS) .
Faccio presente che io sono un bravo smanettone di linux (non un esperto) ma non avevo mai realizzato quando si fosse andati avanti in termini di funzionalità, da cui la decisione di pubblicare questa guida.
Prima Puntata (etichette dei dischi)
In Linux è possibile dare un nome ad una partizione di un disco, ciò è molto utile poichè consente di fare in mode che Linux in fase di accensione della machina assegni sempre lo stesso nome alla risorsa indipendentemente dalla porta USB ove abbiamo collegato il disco esterno.
Infatti con il comando
ls /dev/disk/by-label -lah
poteve vedere voi stessi quali sono le etichette che i vostri dischi connessi in questo momento hanno.
E' possibile dare un nome ad una partizione Linux in fase di creazione con il comando
mkfs.ext3 -L (nome disco) (dispositivo disco) ad esempio
mkfs.ext3 -L SWAPFILE /dev/sdb1 crea una partizione ext3 che ha il nome swapfile. Attenti che questo comando cancella i dati
Se avete un partizione già esistente potete usare il comando e2label
e2label (dispositivo) (nome)
e2label /dev/sdb1 pippo assegna il nome pippo alla partizione /dev/sdb1
Attenzione mentre scrivo il comando e2label non esiste un vuduo con immagine BH.
Nel mio caso ho attaccato i dischi ad una macchina linux standard ed ho assegnato il nome che volevo.
Seconda puntata (automount e /etc/fstab)
Se avete messo i nomi alla vostre partizioni linux potete beneficiare del tool di automount che con gli opportuni parametri farà in modo che un disco USB sia visibile in linux sempre nella stessa directory a prescindere dalla porta ove avete connesso il disco.
Per spiegarvi come si fa vi mostro il mio esempio cioè il contenuto del mio file /etc/fstab
# per conoscere i nomi di label dei dischi fare
# ls /dev/disk/by-label -lah
#
rootfs / auto defaults 1 1
proc /proc proc defaults 0 0
devpts /dev/pts devpts mode=0620,gid=5 0 0
usbdevfs /proc/bus/usb usbfs defaults 0 0
/dev/mtdblock2 /boot jffs2 ro 0 0
tmpfs /var tmpfs defaults 0 0
tmpfs /tmp tmpfs defaults 0 0
tmpfs /dev/shm tmpfs mode=0777 0 0
/dev/sda1 /media/hdd auto defaults 0 0
/dev/disk/by-label//SWAPDISK /media/usb auto defaults 0 0
/dev/disk/by-label//DISCOSCAMBIO /media/usb2 auto defaults 0 0
Da questo esempio vedete che il disco che si chiama SWAPDISK viene sempre abbinato alla cartella /media/usb, mentre il disco DISCOSCAMBIO viene sempre abbinato alla cartella /media/usb2.
Attenzione che le cartella in cui vengono montati i dischi devono essere già create a mano con i giusti permessi di scrittura.
Faccio presente che è possibile ottenere questo risultato anche senza usare i nomi dei dischi ma che è molto più complicato.
Continua......